Vai al contenuto principale
Rappresentazione visiva dell'articolo: Tranquillo ha fatto una brutta fine

Autore: Stefano Langellotti

Data di pubblicazione: 15 aprile 2020

Tranquillo ha fatto una brutta fine

“Ma sì, stai tranquillo”

“Tranquillo ha fatto una brutta fine”

 

Quando diciamo così ci riferiamo alla storia di Tranquillo Allevi.

Tranquillo è un commerciante novarese di formaggi che viene tradito continuamente dalla moglie Renata Lualdi, la quale ha una relazione con il veterinario della vicina Barengo, tal Renzo Ferrari.

Nel paese la tresca è cosa nota e la voce si sparge velocemente fino ad arrivare all’orecchio dell’interessato che, colti anche in flagrante gli amanti, decide di salvare il matrimonio con un trasferimento ad Arma di Taggia, in provincia di Imperia.

A questo punto Ferrari, ancora innamoratissimo della Lualdi – e trent’anni prima del romanzo di Jack Engelhard, reso ancora più celebre dalla trasposizione cinematografica con Robert Redford e Demi Moore – fa una “proposta indecente” a Tranquillo, vale a dire cedergli la moglie Renata dietro il pagamento di quattro milioni di lire.
 Il commerciante lascia decidere la donna, che non accetta.

 

È il 25 agosto 1962, quando a casa Allevi arriva un pacchetto proveniente da un’importante azienda lombarda e contenente una bottiglietta di una famosa bevanda analcolica nonché un messaggio che propone al commerciante di formaggi un salto professionale clamoroso e diventare rappresentante del prodotto, previo assaggio della bevanda per valutarne la qualità.

Avvelenamento da ingestione di stricnina, sarà il responso medico. 

Scattano le indagini che velocemente risalgono ad una falsificazione, anche grossolana, del pacchetto e del suo contenuto, dato che l’azienda di bevande non ha mai inviato nulla a Tranquillo.

I sospetti virano su Renzo Ferrari e le prove risultano subito schiaccianti, dalla lettera scritta dalla sua macchina da ufficio alla sostanza utilizzata per i bovini, fino all’etichetta sul pacco ritagliata da una rivista medica.

I report sul processo dell’epoca raccontano di un imputato che più volte si dichiara “tranquillo”, giocando con impertinenza sul nome dell’assassinato.

Il veterinario viene condannato in primo grado a trent’anni di reclusione e in Corte d’Appello all’ergastolo per omicidio premeditato.

Otterrà da Cossiga la grazia nel 1986, assieme ad alcune migliaia di altri detenuti. Morirà due anni dopo.          

 

Ma per quale motivo vi ho raccontato la storia del povero Tranquillo Allevi?

Perché anche negli investimenti “tranquillo” ha fatto una brutta fine.  Qui i rendimenti delle principali asset class obbligazionarie solo nel mese di marzo 2020:

 

 

Anche i BTP hanno subito pesanti flessioni, con il decennale che ha ceduto oltre il 12% dai massimi per poi attestarsi al -6,5% di oggi:

 

 

Quasi quasi lascio i soldi sul conto corrente e non se ne parla più, almeno non oscillano!

Sarò così tranquillo nel non veder oscillare il valore, ma sarò anche tranquillamente certo di perdere soldi nel tempo:

 

 

E i conti deposito?

Negli ultimi 10 anni hanno avuto un rendimento medio di circa lo 0,84% netto annuo (1,4% lordo) contro un’inflazione che in media si è attestata all’1,17% annuo.

Quindi se avessimo rinnovato annualmente un conto deposito da 100.000 € negli ultimi 10 anni avremmo portato a casa 8.400 € netti di interessi totali, mentre il nostro capitale si sarebbe svalutato di 11.700 €.

Bilancio: -3.300 €.

Non proprio un buon affare, insomma. E nulla ci dice che i prossimi 10 anni saranno diversi, anzi: i tassi rimarranno bassi probabilmente per molto tempo ancora.

 

Nel frattempo sono state inoltre implementate una serie di leggi che rendono molto più rischiosi gli strumenti “tranquilli”:

  • 2013, clausole di azione collettiva: sui titoli di Stato a cui sono state applicate queste clausole, in caso di ristrutturazione del debito governativo, si può:
    • posticipare la data di scadenza;
    • ritardare il pagamento delle cedole;
    • decurtare pagamenti delle cedole e rimborsi;
    • cambiare in modo arbitrario il metodo per il calcolo dei pagamenti;
    • cambiare la valuta di pagamento.

Ogni titolo di Stato italiano superiore a 1 anno di durata emesso dopo il 2013 ha queste clausole.

  • 2015, bail-in: in caso di dissesto di una banca si andranno a colpire, in ordine:
    • azioni della banca
    • obbligazioni della banca, in ordine rispetto al grado di subordinazione (esclusi i covered bond)
    • conti correnti o conti deposito sopra i 100.000 €

Le sicav, i fondi comuni, i fondi pensione e le polizze assicurative non sono soggetti a bail-in.

 

Quindi rendimenti azzerati e rischi parecchio aumentati. Alla faccia dell’investimento “tranquillo”.

Se aggiungiamo la scomparsa del welfare e il gap previdenziale che ognuno di noi subirà – per sé o per i propri figli/nipoti – cambiare atteggiamento nei confronti degli investimenti ha assunto una rilevanza fondamentale.

Bisogna allargare il perimetro di azione, aumentare i cordoni delle oscillazioni che si è disposti a tollerare, diversificare ampiamente il patrimonio e identificare con attenzione i corretti orizzonti temporali per i propri progetti, adeguando di conseguenza le aspettative di rendimento.

 

Nessuno è in grado di comprendere con certezza quando entrare o uscire dai mercati o quale segmento andrà meglio di un altro:

Sappiamo però che i mercati finanziari sono resilienti, resistono agli shock e rimangono identici a se stessi, pur nelle loro mille mutazioni.

La specie umana ha invece dimostrato di essere “antifragile”, per dirla alla Taleb: l’antifragile non solo resiste agli shock, ma migliora dopo essi e grazie ad essi.

Chissà quante nuove storie di successo stanno nascendo in queste settimane, chissà quali scoperte cambieranno il nostro modo di vedere le cose, chissà quanti visionari saranno influenzati positivamente – scusate il gioco di parole – dalla pandemia di Covid19 che stiamo vivendo.

Nasceranno nuove società che chiederanno prestiti, emetteranno obbligazioni, si quoteranno in borsa. Il mondo continuerà e gli attivi di qualità nei portafogli continueranno a produrre utili, cedole, dividendi e ad accrescere il loro valore.

Nessuna paura dunque, solo una razionale pazienza.

 

Mi permetto in conclusione una digressione dal cammino finanziario.

 

La differenza rispetto a tutte le altre rinascite da crisi, siano esse di derivazione sanitaria, economica o guidate da un evento (2020, 2008, 2001) è che questa volta dovremo incidere molto di più sulle nostre abitudini: il clima e l’ambiente ci stanno dimostrando che possono tranquillamente fare a meno di noi e l’ultimo rapporto del WWF evidenzia come la pandemia in atto sia figlia delle inaudite azioni dell’essere umano (qui il testo completo: https://www.wwf.it/pandemie_e_distruzione_degli_ecosistemi.cfm)

 

\"La

 

Se è vero che le crisi ci permettono di cambiare in meglio è pur vero che ci dobbiamo mettere del nostro, arrivati al punto in cui siamo arrivati.

Come diceva Peter Linch “nemmeno gli alberi crescono per sempre” e forse questo pianeta lo stiamo spremendo troppo.

 

“Ma sì, stai tranquillo”

“Tranquillo ha fatto una brutta fine.”

Passa al livello successivo

Con la mia consulenza finanziaria avrai a disposizione tutto il supporto di cui hai bisogno per pianificare i tuoi obiettivi e investire in modo sicuro, specifico e consapevole.

Richiedi una consulenza